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Nymph()maniac Volume 1 Capitolo 1 ''Il pescatore perfetto''

  • Writer: Riccardo Iaccarino
    Riccardo Iaccarino
  • Mar 25, 2018
  • 4 min read

Cominciamo da oggi una retrospettiva critica, sapientemente infoderata tra una visione del presente e qualche richiamo al passato, dell'opera del piu' grande cineasta dell'era dei vivi, dell'era dei morti e di quella di noi prossimi defunti.


Sarebbe ingeneroso, oltre che impossibile, condensare un intero film di Von Trier in un post, lo faro' pertanto (indegnamente) procedendo, ove possibile, per singoli capitoli come da lui suddivisi.


Allora, cari lars-principianti, ho scelto un film ed un capitolo davvero tra i piu' semplici del Maestro, anche se e' proprio la pellicola che vi si presta in quanto (relativamente!) di semplice lettura e perche', per definizione, e' un po' la Summa Theologiae del cineasta tedesco.


Prima cosa che DOVETE obbligatoriamente fare, se realmente volete intraprendere questo percorso: prendete tutto quello che nel vostro cervelletto bacato avete associato al nome di Lars von Trier nel corso della vostra inutile esistenza (ad esempio: ''Uh, ma com'e' triste Le Onde del Destino, mamma miaaa''), avvolgetelo in abbondante carta igienica, come eventualmente potrete fare del vostro seme che indubbiamente scorrera' lungo la visione del film e gettatelo nel water. Nel qual caso, vi avviso:siete malati. Non vi e' nulla di eccitante nelle scene di sesso esplicito qui, anzi esse mirano a descriverne l'abbruttimento, nonche' ad incidere con chiarezza come il sesso non sia un fine bensi' uno squallido MEZZO della Materia a scapito dello Spirito.


Se permettete quindi, alcuni punti fermi ve li do io, dato che sono il vostro lars-maestro: Lars conosce perfettamente le donne e l'universo femminile, e le odia in modo viscerale perche' contengono in se' il segreto della procreazione. Esse sono ai suoi occhi, pertanto, il fulcro della continuazione della nostra inutile (secondo lui) e tragica (beh... qua, in effetti) presenza dello schifoso genere umano sul pianeta Terra (o quantomeno fino alla sua distruzione dovuta a Melancholia, ma questo e' un altro film...).


Ecco solo dopo che abbiate ben compreso questo concetto mettetevi alla visione.

Starete forse gia' sperando di vedere finalmente questo film porno, con la scusa del cinema d'autore, eh? Repressotti! O almeno il capitolo I in questione?...

Eh no! Allora non ci siamo capiti. Questo film non e' un porno! E' un documentario sulla reale essenza del femmineo e sulla depressione, la sua massima espressione nell'universo.


Quindo che si parli dell'uso della vagina a mo' di esca per la pesca a fiume, o come sempre nei film di Lars di altri argomenti lanciati addosso (apparentemente) a caso allo spettatore (i mongoloidi, gli USA degli anni '30 ovvero la Grande Depressione, la fine del mondo), tutto e' e rimane solo una vergognosa scusa per catturare la vostra attenzione e trascinarvi a parlare sempre e solo di depressione.


Quanti temi tocca Lars gia' in questo primo capitolo? La potenza della seduzione femminile, atta non solo al piacere della singola streghetta del gruppo (aspetto non secondario!) ma alla procreazione ed alla distruzione della componente maschile del mondo (avete mai sentito parlare di un pesce che sopravviva alla pesca? Io no), eppure in tutto questo scempio vaginale ed anale che in fondo si compie in tempi alquanto ristretti (una visita di alcuni minuti al greve ragazzotto, un viaggio di poche ore su un treno), il Maestro cerca disperatamente di dare un senso allo scempio di tale bellezza, magari lasciandoci illudere che i colpi penetrativi seguano per non quale ragione i numeri della sequenza mistica di Fibonacci (ricordatevi che anche 55 e 89 sono numeri di Fibonacci, lo dico per il vostro bene), anche se alla fine i vostri peni... mi correggo il vostro seme, starebbe li' come tacche in palio per una confezione di cioccolatini, e se queste ragazzine che si comportano come maschi predatori vi paiono irrealistiche o abominevoli, beh vi consiglio una reincarnazione: vi siete persi qualcosa. Oppure siete omosessuali. O, peggio ancora, non avete un buon dialogo con vostra figlia.


Ma torniamo al capitolo: fatta salva la conoscenza di Joe quindi, nel rigoroso ruoli di vittima di chissa' quale aggressione per blandire la nostra bonomia (Lars, sei proprio un bastardo!), ci abbandoniamo ai racconti di Joe ragazzina troietta nei panni della magnetica Stacy Martin, attorno al cui fascino piu' aspro che acerbo ruota la prima parte di quest'opera omnia sulla depr... ehm volevo dire sulla sessualita'.


L'arguto accostamento della seduzione alla pesca (l'opposto della maschile caccia, basata non sul virile inseguimento ma sull'attesa, l'inganno, la mistificazione dell'esca stessa come arma finale) dovrebbero far riflettere immediatamente una mente evoluta su come la vagina stessa sia vista da Von Trier come un inganno cui non ci sia permesso di non abboccare (sempre omosessuali esclusi, e' ovvio). Ma subito le banali spiegazioni Freudiane vengono messe da parte dal Maestro, che disegna la figura di un padre ideale ed amorevole, amante della Natura (una perfetta vittima per Antichrist, insomma), in modo da privare l'orrida cacciatrice di cui ambiamo gia' essere preda (e tanto piu' lo siamo quanto giovane lo e' la cacciatrice stessa), di qualsiasi alibi psicologico.



La frase del capitolo:

“Two first-class tickets for two first-class ladies”

Non e' infatti il vissuto, ma il compito assegnatogli dalla Natura, a muovere le sue pulsioni, che sbrigativamente assegna al buzzurro Jerome di soddisfare. Non e' il piacere ma il desiderio di CONTROLLARE LA RIPRODUZIONE il fine ultimo della bagascette nostre, come dimostra il mirare al bersaglio piu' grosso nell'uomo impegnato e nel rubargli, appunto, il seme destinato ad un'altra indegna (nella loro visione) predatrice, sicuramente considerata da loro meno giovane e meno provocante.


E compiuto il loro scopo, il capitolo virtualmente si chiude.

La perfetta Stacy Martin versione troietta. Pensieri ipocriti non ammessi.


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