I, TONYA (USA, 2018)
- Riccardo Iaccarino
- Mar 21, 2018
- 2 min read
Un film sull'assoluta inutilita' di essere ''normali''.
Finalmente, Margot. Di nuovo la mia attrice preferita (leggerete spesso questa frase, dato che non vi allego mai riferimenti temporali), ancora nel ruolo di una supervillain, dopo la supersexy Harley Quinn di ''Suicide Squad''. Margot supersexy e supervillain: sta diventando davvero una bella abitudine. Ma... ma con un piccolo dettaglio, questo personaggio e' reale!
Salto in toto la parte biopic con cui dovrei dimostrarvi che so tutto della vicenda e della vera Tonya Harding, tanto anche se fosse vero direste che l'ho letto su Wikipedia. Wikipedia, la moderna fonte della Verita'. Se vi interessa la verita' sulla vera storia di Tonya Harding, beh li' non la troverete. E nemmeno nel film, vi deludo subito.
''Sbatti il mostro in prima pagina'': e' un modo di dire che certo non vi giungera' nuovo. E invece dovrebbe, perche' non e' affatto un modo di dire, ma il titolo di un oscuro film degli anni' 70 di Marco Bellocchio, relativo al concetto di manipolazione.
Ecco, trovo sia questo il senso fondante del film, ben oltre la comunque puntuale ricostruzione del rabbrividente rapporto tra la madre (il premio Oscar, la raffinata ma qui trasandatissima Allison Janney), che pretende dalla figlia(!) il riscatto dalla propria misera condizione a prezzo di qualsiasi cosa, pure della figlia stessa, un mero strumento al suo scopo di rivalsa.
La frase del film:
“You two fucked yet?”
Ma sempre della stessa cosa parliamo: della manipolazione. Della verita', della personalita', del risultato. Ciascuno, ognuno a suo modo, la madre, il marito, la societa', la stampa, il governo di questo sciocco sport (ma in quale sport serio si potrebbe mai giudicare la ''presentazione artistica''? Hanno piu' dignita' gli scopatori del curling), ciascuno dicevo, mira esclusivamente alla creazione della PROPRIA e inconfutabile verita', con la v minuscola ma che importa, l'importante e' imporre il proprio punto di vista agli altri. Solo questo conta.
E cosi' tutti la venerano la manipolazione, e tutti perpetrano nel corso del film la continua manipolazione di persone ed eventi. Tanto che quale sia la verita', ovvero se la vera Tonya sia stata mandante o meno dell'aggressione alla temibile rivale, tesa a MANIPOLARE il risultato sportivo ci interessa poco.
Ma una cosa e' certa: Margot e' bellissima. Anche da psicopatica, rovinata da una madre psicopatica, in una societa' psicopaticamente interessata solo al successo personale.
Bellissima anche quando, alla fine, capisce che con la giusta maschera e una buona dose di cinismo, possiamo ingannare tutti ma mai noi stessi, e la forzosa ricerca di un sorriso vira libera nel pianto di una maschera ormai sfatta.
E in fondo, sia cosi'. Chi se ne importa, chi se ne importa della ''fottuta Verita' ''?
L'importante e' solo sapersi rialzare e continuare a combattere.

Giudizio critico:
9/10 ★ ★ ★ ★ ★ ★ ★ ★ ★ ☆
Giudizio emozionale:
8/10 ★ ★ ★ ★ ★ ★ ★ ★ ☆ ☆
Menzione Speciale:
''I Tonya'', AMMESSO alla mia cinquina dell'anno solare 2018
- Nomination: miglior film dell'anno
Margot Robbie, AMMESSA alla mia cinquina dell'anno solare 2018
- Nomination: miglior attrice
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