LA FORMA DELL'ACQUA (USA, 2017)
- Riccardo Iaccarino
- Mar 22, 2018
- 3 min read
Parlare per immagini va oltre il descrivere con le parole.
E' questa la grandezza delle arti visive. E' questo, quindi, un criterio di valutazione fondamentale.
La forma dell'acqua (mi e' assai chiaro poco prima di accomodarmi in sala ma e' bene che continui a ripetermelo, come un mantra), e' il suo contenitore.
E ritrovarmi come 'contenitore' di un'opera di Guillermo Del Toro venti anni dopo l'A DIR POCO inquietante ''Mimic'' del 1997 (ottima occasione per guardarlo; ma promettete di non maledirmi, dopo, per questo scellerato consiglio), questa volta con il suo immaginifico talento visivo supportato anche dalla potenza di fuoco di Hollywood e dal peso del Leone d'Oro e dell'Oscar come miglior film (non cito gli altri), mi rende ben piu' che preoccupato.
La sensazione iniziale, pur non potendo non rimanere ammirati dal gusto pittorico estremo e dalla perfetta ricostruzione dell'ambiente in piena Cold War in cui questa fiaba si adagia sciabordando e, appunto, prende via via forma, e' che la pellicola proceda un po' per stereotipi (che la misteriosa 'azienda' statale si chiami Occam e che la divisione che ha 'nelle sue cure' la strana creatura anfibia si chiami addirittura T4 - touche'! - , non aiuta di certo lo spettatore sopramedia).
Pero'... pero' capiamo presto che il bello e' proprio quello, lasciarsi prendere dalla risacca e farsi trascinare via, abbandonarsi ai flutti, come il ''mostro'' stesso fa peraltro, davanti al fluire delle immagini dei film di quel passato, e dei particolari piu' che della storia in se'.
Il tutto nella continua citazione di un arte senza tempo, ma anche di un passato senza arte (o arte solo perche' passato?), un florilegio di omaggi, un continuo atto d'amore verso il cinema che ha presumibilmente stregato i giurati molto piu' di me, modesto spettatore a loro confronto. E senza nessuna pretesa di applicare altra logica che non la pura espressione visiva, sia nello scoccare del sentimento tra l'umana e l'anfibio, con tanto di inutili spiegazioni anatomiche, e financo nelle strutture portanti, se pensiamo, a puro titolo di esempio, come sotto agli angusti appartamenti dei protagonisti si celi si' un cinema perennemente semivuoto ma con una sala di sbalorditiva ampiezza.
Certo, il tema di sottofondo del film e' la diversita', ed in effetti al di la' del tono di fiaba e del letteralmente impeccabile lieto fine, e' che i due mondi, quello dei 'normali' e quello dei 'diversi', quello dei 'bianchi', degli 'etero', degli 'scienziati' da un lato, e quello dei 'neri', degli 'omosessuali', degli 'artisti' (o alfine dovremmo chiamarli quello degli 'empatici' e quello dei 'cinici'...) non si parlino affatto, anzi si graffino e si torturino a vicenda, fino a uccidersi, proprio come il semidio anfibio ed il perverso Strickland, un cattivo cui Del Toro si diverte (oltre che a chiamarlo Richard!) a stratificare il male, ma nel cui risultato finale l'equazione amore=controllo risuona come monolitica e vigorosa chiave di lettura.
La frase del film:
“Se noi non facciamo niente, allora non siamo niente “
Molto ci sarebbe ancora da dire su questa pellicola, cui certo una singola visione non rende giustizia, se non altro per sfidare qualche amico presunto cinefilo ad una gara di citazioni ben oltre il livello cinephile super-professionista.
Bravo, seppure nel suo ruolo stereotipato, l'intenso Michael Shannon, un villain ossessionato dal fallimento e dalla irraggiungibile (per definizione della condizione umana) virtu' della perfezione. Tenera e riconciliante con la vita la perfettamente imperfetta Sally Hawkins, cosi' lontana dallo stereotipo (ancora!) della donna moderna alla ricerca della parita' dei nostri giorni, bensi' felice interprete di questa fiaba sulla ricerca felice di un amore senza tempo e senza eta' che la completi e la SALVI, e che non porta', alla fine, non lasciarvi commossi ed arricchiti.

Giudizio critico:
8/10 ★ ★ ★ ★ ★ ★ ★ ★ ☆ ☆
Giudizio emozionale:
10/10 ★ ★ ★ ★ ★ ★ ★ ★ ★ ★
Menzione Speciale:
Sally Hawkins, AMMESSA alla mia cinquina dell'anno solare 2018
- Nomination: miglior attrice
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